Forse il silenzio sarebbe più adeguato alla tragedia umana alla quale stiamo assistendo. A questa si aggiungano apprezzamenti fuori luogo da parte di personalità ambigue, fondamentalmente ignoranti e fortemente razziste, che intendo trascurare perché davvero spregevoli. I morti che galleggiano non si possono tollerare, è una macabra visione per chi ha un minimo di sensibilità umana. Non si tratta di un incidente qualunque, una sfortunata fatalità avvenuta per caso in crociera, ma di una condizione di vita ormai consolidata. La maggior parte dei migranti che si trovavano a bordo del peschereccio, che è naufragato in Libia, non hanno trovato scampo perchè rinchiusi all'interno dell'imbarcazione prima della partenza.
Fuggono dalla guerra, da una vita senza speranza, con la consapevolezza che la morte aleggia fra le onde, onde impregnate dal fetore degli innumerevoli cadaveri che ancora si cercano e fra i quali ci sono anche bambini. E il mondo politico sta a guardare con indifferenza, con incapacità, soffermandosi su teorie (?) senza il necessario riguardo verso un popolo che chiede asilo. I Governi avrebbero il dovere di fermare questo stillicidio di cadaveri. Il canale di Sicilia è pieno di morti! E anche il governo italiano ne è in parte responsabile. Il presidente del Consiglio ed il ministro Alfano dovrebbero contrastare seriamente le organizzazioni criminali che gestiscono i viaggi della speranza. E prima di occuparsi di istituire le giornate della memoria degli immigrati, apparente priorità del nostro Stato, si occupino di risolvere il problema. Questo “mare mortum” ha già causato danni incalcolabili da ogni punto di vista. Adesso che si avvicina l’estate non oso immaginare cosa potrebbe ancora e di più accadere.
700 uomini, forse anche più, sono deceduti ieri "per mano" del governo italiano e dei governi europei. Mi spiego meglio. Mutuando dal nostro ordinamento giuridico, non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo. É ragionevole, dunque, considerare soltanto idealmente l’opportunità di responsabilizzare tutti quei soggetti che sarebbero già nelle loro funzioni responsabili, ma che di fatto non rendono onore ai loro mandati.
Non esiste problema senza soluzione, semmai sui problemi intervengono gli interessi, che la storia ci insegna non essere mai stati compatibili con le soluzioni. É possibile che l’unico rimedio ad oggi realizzato siano le cooperative che con questi morti ci vivono? A tal proposito nutro seri dubbi che questo possa essere il rimedio perché non debellerà mai il problema: senza morti non si mangia! É terribile soltanto ipotizzarlo. Non ci servono discorsi razzisti, demagogia e populismo per scopi privati, ma fatti concreti e soluzioni oggettivamente realizzabili, se non per la comunità internazionale, tutta ispirata a criteri di civiltà e solidarietà, almeno per un sentimento senza bandiera: la pietà umana.
Marina De Luca
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