In quale limbo s'è cacciata l'anima mia perversa?
Vaneggia la mente col cuore in tempesta
in uno stridor di porte che si chiudono per sempre.
Placido il sonno, turpe il risveglio...
e tu sei lì coi tuoi pensieri fino al morir del giorno.
Dolce armonia e nota stonata,
tenero sguardo e gelida occhiata.
Perdonami se non so darti che pena.
Lascia che quest'anima inquieta
prosegua il suo cammino solitario.
Triste è il mio sentiero e chi con me lo percorre.
Abbandona, dunque, quel sentimento
che ancor ti lega a questo naufrago
senza speranza di ritrovare la terra,
perché ha smarrito la rotta del cuore.
Senza meta, senza amore, sia il mio regno il mare
dal sapore amaro di vita dal dolor sospinta,
sia il mio sguardo a quel cielo irraggiungibile.
Addio sirena! Addio approdo celeste,
giorno splendente, orizzonte infinito.
Addio, dal naufrago del mare e del cielo,
straniero alla sua amata terra.
Addio desiderio ancestrale, aquila siderale,
il cuore del leone era l'ultima agognata meta...
ma è sempre stato troppo presto o troppo tardi!
Addio amore, per la tua pace, per la tua serenità.
Sarai sempre con me nel cuore, nella mente,
nell'anima mia che non muore, come questo amore
che pur s'è perso e dissolto ma vivrà per l'eternità,
nel ritornar polvere di stelle in grembo al sole.
Carlo Fracassi
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