Titolo: L'albergo delle donne tristi
Autore Marcela Serrano
A Chiloè, un' isola a sud dell’arcipelago del Cile, si trova un albergo molto particolare che offre ristoro a donne accomunate da un sentimento di fondo: la tristezza. Attraverso una serie di attività comuni ed individuali e soprattutto attraverso la catarsi, queste donne si liberano della loro tristezza e fanno ritorno alle loro case per riprendere la vita di sempre ma con uno spirito diverso.
Ma perché queste donne sono tristi? Il motivo sembra essere sempre lo stesso: gli uomini. Uomini che abbandonano le loro mogli per andare a vivere con donne più giovani; uomini che non si preoccupano neppure di mantenere i propri figli; uomini sempre più in difficoltà nei confronti della posizione della donna che diventa ogni giorno più forte.
Le donne infatti non sono più come un tempo. Oggi le donne studiano, lavorano, hanno carriere brillanti e ruoli di potere nella società; oggi le donne, nei rapporti con gli uomini, sono più decise, non aspettano il corteggiamento ma si fanno avanti, e anche nel sesso pretendono avere un ruolo da protagonista. Per questo gli uomini si sentono spiazzati, confusi, incapaci di agire di conseguenza: da un lato vedono messo in discussione il loro potere e dall’altro non sanno come comportarsi per adattarsi a questa nuova condizione.
Protagonista di questo romanzo è Floreana, studiosa di storia ed autrice di alcuni libri, che finisce in questo albergo per dimenticare 2 episodi che la rendono particolarmente triste: la morte prematura della sorella minore a causa di un tumore e l’ennesimo abbandono da parte di un uomo con conseguente decisione di votarsi per sempre alla castità. Ma le intenzioni non sempre poi trovano riscontro con la realtà e ben presto Floreana si troverà a dover mettere fortemente in discussione il suo buon proposito.
Lo stile della Serrano è fluido e scorrevole come sempre, tuttavia c’è un senso di tristezza che avvolge ogni pagina di questo libro e lo rende veramente pesante. Certo visto le premesse del titolo non ci si poteva di certo aspettare un libro comico o in qualche modo divertente, però questa tristezza che finiamo quasi per toccare con mano è una tristezza intrappolata in se stessa, che quasi si compiace delle sue tragiche sfumature e non vuole trovare una via di fuga. Floreana poi non fa altro che piangersi addosso, autocommiserarsi, togliere ogni pregio alla sua persona per attribuirlo alla fortuna e al caso. Ben presto si accorgerà di non essere l’unica persona al mondo ad avere subito la “cattiveria” degli uomini perché l’albergo è pieno di donne che hanno storie anche più strazianti della sua. E ben presto si accorgerà che la cattiveria non è solo degli uomini, ma anche delle donne che sanno manipolare gli uomini a loro piacimento per il semplice gusto di fare del male.
L’unico vero motivo che alla fine spinge il lettore adarrivare alla fine del libro è l’esito di una storia d’amore troppo combattuta ed imprigionata in mille paure e problemi.
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