Questa sera si chiude la campagna elettorale per i candidati a sindaco della città di Palermo e in città fervono i preparativi per le mega feste con tanto di musica. Polemiche, momenti pesanti e passaggi da un fronte all’altro hanno contraddistinto questa campagna elettorale, rendendola ancora più difficile anche per i non addetti ai lavori che si sono trovati in mezzo a discussioni di partito e forse anche personali. E dunque una città piegata non solo da un’evidente crisi economica, ma anche da una più palese crisi di valori. Ormai alla mia età dovrei aver capito la vita e non stupirmi più di nulla. Tuttavia, ogni volta sento forte, anche se silente, il dolore di avere subito un’altra delusione. La novità era attesa dai giovani, forse nell’immaginario collettivo più puri, anche un po’ disincantati e con una giusta dose di utile inesperienza del politichese, e una più marcata sensibilità alle problematiche sociali. Non so, forse mi sbaglio, ma la mia percezione alla luce di quanto visto - sempre da spettatrice s’intende - è molto diversa. L’impressione è stata omologata a quelli di una politica vissuta dai vecchi volponi che, tuttavia, riuscivano ad essere più misurati ed eleganti.
Stasera che mi metto? A quale show dovrò assistere? A chi darò il mio "meditato" voto? Forse a chi mi offrirà più vantaggiosa serata? Ecco cosa mi viene in mente: solo superficialità e grettezza. E mi viene altresì spontaneo manifestare tutto il mio più accorato dissenso, in un momento storico in cui i suicidi sono aumentati: non riesco proprio a capire perché chiudere una campagna elettorale così difficile e delicata a suon di mega concerti e con autorevoli professionisti della musica. Chi sta foraggiando tutto questo? Chi? Cosa? Fondi personali? Fondi di partito? Dovremmo pretendere saperlo! E anche voi, i giovani, i puri, siete caduti nelle trame della politica più dissacrante? della politica compravendita? E non ci sto, no! Mi piace chi si ritirerà in silenzio, in una città mortificata perfino dalla spazzatura. O chi, magari, urlerà ancora una volta la sua politica nelle piazze, stile obsoleto vecchio comizio, ma forse più efficace per uditi più raffinati. E anche chi, ha fatto la sua politica senza denaro, ma solo con tanti ideali, trascinandosi per le strade della città con mezzi improvvisati e, soprattutto, decisamente provocatori. La politica dovrebbe essere una festa, la festa più bella, ma sono riusciti ad ucciderla, mancano gli ideali e la fiducia negli uomini. E poi, in questo momento, c’è gente che piange e urla fame. A Palermo, infatti, hanno chiuso i battenti autorevoli storiche aziende, e ci sono padri di famiglia senza più lavoro, ne pace, e le previsioni di un prossimo futuro non appaiono rosee. E allora forse, sarebbe stato più utile incontrare la gente, gli amici, in maniera più costruttiva e programmare insieme a tutti la rinascita della città. Il primo cittadino non è il Capo dello Stato, è o dovrebbe essere un nostro rappresentante: il nostro miglior rappresentante. E non il migliore perché ha, ma solo perché è! Ma questo è solo il mio modesto parere.
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