In libreria per Mondadori "L'indecenza", romanzo d'esordio di Elvira Seminara
Una giovane ingenua e sensuale piomba nella vita di una coppia in crisi
di SILVANA MAZZOCCHI
UNA donna che rimane prigioniera del dolore per il suo bambino mai nato. E un marito che non riesce a dissolvere la rabbia e la sofferenza che consumano un amore ormai alla fine. Tra loro Ludmila, una ragazzina con trecce bionde e occhi blu. E con un'innocenza più destabilizzante di un uragano. Ludmi è ucraina, arriva in Sicilia, non è abile nei lavori domestici, non sa fare nulla con professionalità. Ma basta che lei appaia con la sua svagata bellezza per riempire la casa e il giardino di nuova vita. La sua è una presenza che innesca calore dove c'era freddo, luce dove c'era ombra. E, con lei, nulla sarà più come prima. Un noir intimo, tessuto di sensualità e grazia.
E' L'indecenza, il romanzo d'esordio di Elvira Seminara, in libreria per Mondadori. Seminara è già autrice di Sensi, donne sull'orlo dell'isola, un viaggio inchiesta tra le donne siciliane.
Un romanzo ha sempre un perché? "Non so per gli altri, per me sì. Più che nell'ispirazione, io credo nella cospirazione. A un certo punto della vita, è come se tutto congiurasse perché tu scriva quella storia, un albero, una certa luce che ci sbatte sopra, un fiume di parole che devi arginare e incanalare in ragionamenti o immagini, se no rischi di esserne travolta, e sragionare. Ma questo è il perché a monte, diciamo fisiologico. Poi c'è un perché più strutturale, e di solito lo ritrovi dopo, alla fine del romanzo. Alla parola fine, ho pensato di aver scritto questa storia perché da un po' sono coinvolta e impaurita dal tema dell'ambivalenza. Non solo del genere umano. Viviamo in un mondo sempre più ibridato, mescolato, contaminato. Ambivalenti sono i nostri sentimenti, ma anche la natura intorno, sempre più irriconoscibile, malata, insidiata dai virus della contaminazione, e non solo simbolica purtroppo".
Ludmila, la protagonista, è luce, eppure crea ambiguità "Lei è multiforme, come gli altri, e per questo crea ambiguità. Anche la sua bellezza è pericolante, insidiosa, e la sua grazia è instabile. Oscura. E' insieme prodigio e sgomento. Anche i suoi sentimenti per l'uomo e la donna sono ambigui, carichi di innocenza e malizia. E' un'adolescente, impara presto a esercitare potere sulla coppia grazie alla sua giovinezza, ma lei stessa è ignara del suo potenziale di rischio. Di fronte alla sua ambivalenza naturale, affiorano ed esplodono le inquietudini della coppia che la ospita. E' ambivalente la donna, che guarda a lei confusa e intimorita, con un sentimento fatto di eros e tenerezza materna, è ambivalente l'uomo che la vuole proteggere sino, forse, a possederla. Ambivalente è la casa, insieme trappola e nido. Ambivalente è l'amore senza più corpo fra marito e moglie, fatto di silenzi senza abbandono, di ricordi senza più forme, di colpe senza imputazioni, di amore senza più amore".
Qual è L'indecenza richiamata dal titolo? "Questa parola la pronunciano tutti e tre i personaggi, ma ciascuno in un senso diverso, e addirittura Ludmi lo fa sbagliando. Indecente è la natura ma anche la casa, che qui è un personaggio a tutti gli effetti, è un organismo che soffre, geme, si spoglia, si infetta. Indecente è il dolore quando non gli dai un nome, è il nostro difetto di comunicazione, è la perdita della fiducia, dell'armonia".
Quanta Sicilia c'è nel libro?
"C'è l'Etna che ricopre tutto, uomini e cose, con un sudario di polvere nera che toglie l'aria e i contorni. E' una metafora ma anche un fenomeno "naturale". C'è un mare che fa perdere i sensi a Ludmila, c'è una natura feroce ed eccessiva, cannibalesca, che insidia le fondamenta stessa della casa, con le radici che spingono sotto il pavimento, e i rampicanti che premono per entrare. Una natura fortemente erotica ma ambivalente, fatta di piante che si incrociano sino a produrre improbabili innesti. Una natura carica di una vitalità furiosa ed esorbitante, che tuttavia non genera vita e slancio, ma piuttosto morte e detriti".