Nuova sospensione in vista per i versamenti al fisco, a pochi giorni dalle oltre 70 scadenze previste per il 16 marzo. Da più parti si insiste affinché i tecnici del Mef , al lavoro sugli ultimi dettagli del dl Sostegno, non si limitino a prevedere degli indennizzi ma introducano anche una proroga sui pagamenti almeno fino al 30 aprile.
C’è, però, come spesso accade, un problema di tempo si legge su laleggepertitti.it. Il 16 marzo è martedì e non è detto che per quel giorno il decreto abbia già visto la luce. Prima di decidere, bisogna far quadrare i conti e capire se le casse dello Stato si possono permettere di aspettare ancora e, contemporaneamente, di erogare i circa 9 miliardi di indennizzi contenuti nel decreto legge. Rimborsi che interesseranno non solo le partite Iva ma altri contribuenti e che arriveranno – se non ci saranno dei cambiamenti – a chi ha sofferto la crisi del Covid e ha un fatturato fino a 10 milioni di euro annui, anziché fino a 5 milioni di euro come ipotizzato all’inizio.
L’idea di fondo è quella di aiutare soprattutto le partite Iva che hanno subìto le continue chiusure degli ultimi mesi (e che patiranno ancora gli effetti delle restrizioni in arrivo) non solo attraverso gli indennizzi ma concedendo un po’ di ossigeno sui pagamenti al fisco.
In caso di mancata proroga, martedì si avrebbe un ingorgo di versamenti considerevole. Innanzitutto, ripartono i pagamenti sospesi dai vari decreti Ristori. Si traduce in versamenti dell’Iva periodica scaduti a novembre e dicembre 2020 e nell’acconto Iva ordinario che andava pagato entro dicembre.
C’è anche il versamento delle ritenute scadute a novembre e dicembre 2020 per lavoro dipendente e assimilato, per l’indennità di cessazione dei contratti a progetto, e le addizionali Irpef regionale e comunale.
Non solo arretrati: il 16 marzo, crisi o non crisi, è la data in cui c’è da versare periodicamente gli F24 e ci sono i pagamenti relativi alle ritenute di competenza del mese precedente, l’Iva di febbraio 2021 e le addizionali Irpef trattenute. Chi ne è interessato deve anche pagare la tassa di vidimazione dei libri sociali e l’Iva a saldo 2020.
Senza dimenticare che sempre martedì 16 marzo riprendono i versamenti all’Inps. Secondo le indicazioni contenute in un recente messaggio dell’Istituto, i contributi possono essere, però, pagati anche a rate se non si opta per l’unica soluzione da versare, appunto, entro il 16 marzo. Sempreché l’importo di ogni singola rata non sia inferiore a 50 euro. Il piano di rateizzazione prevede un massimo di quattro versamenti mensili da martedì, quindi fino al 16 giugno.
Fonte: Adnkronos
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