Tutto questo parlare d’amore è il primo romanzo di Claire Dyer, un’apprezzata poetessa inglese vincitrice di numerosi premi. Ho appena finito di leggere questo romanzo che ho scelto, lo confesso, perché attratta dal titolo. Parlare d’amore, in questi tempi di infanticidi e femminicidi, sembra quasi una provocazione se non addirittura una blasfemia. A parte quest’inciso, chiaramente doloroso, l’amore è da sempre l’argomento principe, e serio nello stesso tempo, perché complesso da affrontare. Ritengo che quando scegliamo di leggere un romanzo non sia mai per caso, è una scelta precisa, forse anche un’esigenza dell’anima, a meno che non ce lo regalino. In questo caso, complice il mio ormai inseparabile Kindle (e-book reader), stavo facendo un giretto nello Store alla ricerca di qualcosa da acquistare e leggere al mare; dunque non troppo impegnativo e adatto alle sensazioni che una spiaggia specie al tramonto può donare. E l’amore si coniuga benissimo in questo contesto di pura armonia. Amo profondamente il mare, la sola visione mi rilassa e mi commuove; il ciclico movimento delle onde mi acquieta; e i raggi del sole che illuminano e riscaldano l’acqua mi fanno sentire viva lasciandomi la visione dell’immensità dell’universo che ci circonda. Ma so anche quanto può essere cattivo e spietato. Ritornando alla scelta del romanzo da leggere, una copertina così bella e un titolo così accattivante sembravano giusto la risposta alle mie esigenze emotive, di relax e meditazione. Naturalmente prima di acquistarlo mi sono documentata un pochino dando una scorsa alle opinioni di altri lettori, ed ecco che esse si presentano assolutamente discordanti, ma non come di consueto e anche fisiologico, in questo caso il romanzo risultava o estremamente osannato o assolutamente demolito. E poiché amo i confronti ecco che è partito il click dell’acquisto, e ora credo di conoscere il motivo delle recensioni estremiste.
Tutto questo parlare d’amore è un romanzo autobiografico, tipico degli scrittori esordienti, che affronta un difficile e introspettivo viaggio sul più scottante tema: l’amore. L’analisi, spietata, attraversa il percorso della vita sentimentale dei due protagonisti.
Siamo a Londra, e nella metropolitana Elliott e Fern si rincontrano, inaspettatamente, dopo 25 anni, in un giorno qualunque dove ognuno rincorre i propri affanni. Un tempo si erano molto amati, ma il loro amore - forse mai concluso - era troppo giovane ed inesperto anche se totale e grande. Si ritrovano cambiati, due londinesi di mezz'età, con una loro vita e una famiglia. Tuttavia decidono, anche se con qualche inespressa perplessità, dopo aver svolto i loro impegni di quel quotidiano, di rivedersi la stessa sera per parlare. Perché Fern ed Elliott non hanno mai chiuso il capitolo del loro amore, interrotto da uno spiacevole episodio; e perché ancora nonostante siano trascorsi ben 25 anni sentono di dover cucire quello strappo che si è aperto nella stoffa della loro vita. Inizia così il romanzo fatto di ricordi che, come già detto, si svolge nell'arco di un’intera giornata, e si conclude con la promessa di un appuntamento a fine giornata. É un incontro che lascia intendere la possibilità di una fine o rinascita di una storia d’amore interrotta forse dal destino ma, soprattutto, da una fragile volontà. In questo giorno, fra un’incombenza e l’altra, i due protagonisti – separatamente – ripercorrono e riscoprono tutti i tratti della loro storia e, con palese rimpianto, immaginano ciò che avrebbe potuto essere se non si fossero separati. La narrazione è arricchita da splendide frasi “non riusciva nemmeno ad immaginare la possibilità di tornare com’erano stati, di ritrovare la vicinanza che li aveva uniti” che offrono al lettore pause di intima riflessione, e dall’enfasi dei flashback vissuti da entrambi i punti di vista. Il romanzo, nostalgico e poetico, è raccontato con estrema delicatezza, ma può risultare monotono per la ripetizione degli avvenimenti, narrati per ben due volte, dai due punti di vista dei protagonisti della storia, che però sembrano convergere verso lo stesso identico racconto. Non è, e non potrebbe comunque essere, un racconto dalla trama veloce e dal ritmo incalzante. Credo che questo sia l’unico punto di debolezza del romanzo che, a mio modesto avviso, poteva avere un impianto più vivace, senza tuttavia perdere la peculiarità di narrazione introspettiva nelle sofferte pagine (anche per chi legge magari con lunghi intervalli rivolti verso l’orizzonte, con la sabbia che scivola lentamente tra le dita delle mani formando scie di niente che cercano il verso del vento) che seguono la trama dei personaggi nella rappresentazione di ogni esistenza, con tratti amari che agitano i pensieri nella mente. Ed è per questa ragione che l’ho letto senza fretta, fotografando le pagine e le parole che lasciano fluire i pensieri trasportandoli nei meandri delle malinconie che riflettono in modo spietato, quasi come uno specchio, spaccati di realtà. É un romanzo che non può piacere ai giovani semplicemente perché non possono capire la sofferenza di ciò che non è stato o la malinconia dei ricordi che devono ancora realizzare, “perché in ogni vita esiste un punto prima del quale si guarda sempre in avanti e dopo il quale si guarda sempre indietro”. E’ un’opera narrativa adatta a chi, invece, ha già un consolidato vissuto ed è arrivato al bivio di quell’età che presenta il conto e che esige il bilancio della propria vita, dei propri errori e delle proprie scelte. E dov’è presente quella sensibilità che conduce al tempo delle riflessioni, delle nostalgie e dei rimpianti. Al di là di come si possa vivere il romanzo, dallo stato d’animo con cui si affronta, dalla stessa scelta che si compie acquistandolo, e anche se non è un capolavoro, l'autrice è riuscita a trasmettere i sentimenti dei protagonisti e il loro dolore in un continuo e coinvolgente trascinamento emotivo. Non saprei dire se mi sia realmente piaciuto, forse solo a tratti, quei tratti che ho sentito più veri per me, ma posso dirvi che ho chiuso il dispositivo elettronico - nel mio caso - e sono rimasta a lungo sulla battigia in silenzio ad ascoltare il respiro del mare.
“Ed è proprio così che si sente adesso, come se qualcuno avesse raccolto i pezzi della sua vita, che se ne stavano tranquilli e in ordine per i fatti loro secondo il copione originale, e li avesse buttati per aria, guardandoli ricadere con le mani sui fianchi in attesa di scoprire quale nuovo disegno avrebbero formato.”
Claire Dyer
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