Riguardo l’omicidio di Giuseppe Dainotti, il boss ucciso ieri a colpi di pistola alla Zisa, sono due le piste privilegiate dagli inquirenti.
La prima ruota attorno a Gregorio Di Giovanni, un mafioso di Porta Nuova. Scarcerato da poco, è tornato all'attenzione dei carabinieri perché ritenuto il mandante dell'omicidio del penalista Enzo Fragalà. Indebolito dall'arresto di alcuni suoi uomini, finiti in cella proprio per l'agguato all'avvocato, potrebbe aver deciso di punire Dainotti, che avrebbe approfittato delle ultime operazioni dei carabinieri per conquistare potere nel mandamento.
L’altra ipotesi presa in esame dal pm Caterina Malagoli, sarebbe quella della vendetta “ritardata” dei nemici di Dainotti, i boss Di Giacomo. Giovanni Di Giacomo lo aveva condannato a morte dal carcere. Secondo le ricostruzioni dei magistrati, Salvatore Cancemi, storico padrino di Porta Nuova, aveva chiesto proprio a Dainotti di uccidere Di Giacomo.
La pista, però, sarebbe debole perché i Di Giacomo, Giovanni e l'altro fratello Marcello, sono detenuti e non avrebbero più il potere di una volta.
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