Guerriglia urbana fra i tifosi della Lazio e del Palermo... La merda del calcio
Pubblicato da Riccardo Muglia su Domenica 10 aprile 2016
Allo stadio, invece, già prima durante il riscaldamento si è capito che il clima era tutt’altro che sereno. I cori, infatti, lasciavano poco spazio all’immaginazione: «Se non vincete vi massacriamo». Iniziata la partita qualche coro di incitamento aveva illuso, perché dopo solo un quarto d’ora, con la squadra sotto di due reti, è iniziata una dura e feroce contestazione sfociata nel lancio di fumogeni e petardi in campo. La partita è stata sospesa dall’arbitro per ben due volte. In particolare, nel secondo tempo, solo per fatalità Quaison è riuscito a evitare un petardo poco prima che esplodesse.
Nell’intervallo la Curva Nord ha iniziato a svuotarsi con i gruppi ultras che hanno deciso di abbandonare l’impianto per attendere la squadra fuori dai cancelli, non prima di aver acceso un paio di roghi bruciando giornali e striscioni.
Al triplice fischio di Gervasoni un centinaio di tifosi, se così si possono definire, si è piazzata davanti i cancelli d’uscita della tribuna e dei pullman, col chiaro intento di bloccare e contestare la squadra. Ma a parte qualche coro, la polizia è riuscita a sgomberare e allontanare gli ultras facendoli arretrare fino al semaforo con via Alcide De Gasperi, tenendoli a distanza con un cordone di agenti in tenuta anti sommossa.
Solo intorno alle 0.30 i pullman sono andati via, scortati dalle forze dell’ordine, mentre i tifosi si sono via via allontanati.
Una vera e propria domenica da dimenticare, anzi da ricordare il più possibile affinché non si verifichino mai più episodi del genere. Adesso la squadra potrebbe andare in ritiro per preparare lontano da contestazioni e in un ambiente decisamente più calmo la sfida contro la Juventus di domenica prossima a Torino. E poco importa, a questo punto, se in panchina ci sarà Novellino, Ballardini o l'ennesimo nuovo allenatore. Per tentare di salvare una stagione in cui nulla ha funzionato è necessario un cambio d'atteggiamento da parte di tutti, perché adesso si rischia di andare oltre la sconfitta sul campo, e a perdere, in serate come quella di ieri, è oprattutto l’immagine della città.
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Tutto è iniziato intorno alle 15 quando un gruppo di tifosi rosanero e della Lazio hanno dato vita a degli scontri tirandosi addosso di tutto (sedie, bottiglie, fumogeni), menandosi anche di santa ragione.
Guerriglia urbana fra i tifosi della Lazio e del Palermo... La merda del calcio
Pubblicato da Riccardo Muglia su Domenica 10 aprile 2016
Allo stadio, invece, già prima durante il riscaldamento si è capito che il clima era tutt’altro che sereno. I cori, infatti, lasciavano poco spazio all’immaginazione: «Se non vincete vi massacriamo». Iniziata la partita qualche coro di incitamento aveva illuso, perché dopo solo un quarto d’ora, con la squadra sotto di due reti, è iniziata una dura e feroce contestazione sfociata nel lancio di fumogeni e petardi in campo. La partita è stata sospesa dall’arbitro per ben due volte. In particolare, nel secondo tempo, solo per fatalità Quaison è riuscito a evitare un petardo poco prima che esplodesse.
Nell’intervallo la Curva Nord ha iniziato a svuotarsi con i gruppi ultras che hanno deciso di abbandonare l’impianto per attendere la squadra fuori dai cancelli, non prima di aver acceso un paio di roghi bruciando giornali e striscioni.
Al triplice fischio di Gervasoni un centinaio di tifosi, se così si possono definire, si è piazzata davanti i cancelli d’uscita della tribuna e dei pullman, col chiaro intento di bloccare e contestare la squadra. Ma a parte qualche coro, la polizia è riuscita a sgomberare e allontanare gli ultras facendoli arretrare fino al semaforo con via Alcide De Gasperi, tenendoli a distanza con un cordone di agenti in tenuta anti sommossa.
Solo intorno alle 0.30 i pullman sono andati via, scortati dalle forze dell’ordine, mentre i tifosi si sono via via allontanati.
Una vera e propria domenica da dimenticare, anzi da ricordare il più possibile affinché non si verifichino mai più episodi del genere. Adesso la squadra potrebbe andare in ritiro per preparare lontano da contestazioni e in un ambiente decisamente più calmo la sfida contro la Juventus di domenica prossima a Torino. E poco importa, a questo punto, se in panchina ci sarà Novellino, Ballardini o l'ennesimo nuovo allenatore. Per tentare di salvare una stagione in cui nulla ha funzionato è necessario un cambio d'atteggiamento da parte di tutti, perché adesso si rischia di andare oltre la sconfitta sul campo, e a perdere, in serate come quella di ieri, è oprattutto l’immagine della città.
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