Quarantacinque giorni: è questo il tempo che si sono presi i Ris per consegnare gli esiti degli accertamenti tecnici non ripetibili sulle moltissime tracce e su quanto raccolto nel corso dell'indagine sull'omicidio di Chiara Poggi. Ma ben prima, una decina di giorni o giù di lì, dovrebbero essere in grado di fornire i primi risultati.
Entro la prima quindicina di settembre, quindi, potrebbe aprirsi uno spiraglio e avere qualche elemento in più per capire chi possa aver massacrato la giovane. E magari si potrà arrivare a fare chiarezza sulla posizione del fidanzato della vittima, Alberto Stasi, unico indagato per il reato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. In Procura a Vigevano, il pm Rosa Muscio ha conferito l'incarico a due capitani del Ris affinché procedano con i loro sofisticati accertamenti su tutte le tracce di sangue e biologiche rilevate dagli investigatori e dagli stessi uomini del reparto durante i sopralluoghi nella villetta di Garlasco dove Chiara è stata uccisa. La lente degli esperti, inoltre, si soffermerà anche su quelle tre paia di scarpe spontaneamente consegnate da Alberto e su quanto è stato sequestrato in casa sua. Tra gli accertamenti è prevista anche "l'estrazione del profilo del Dna di Chiara, di Stasi e delle altre persone dalle quali è stato spontaneamente prelevato", ha scritto il pm nell'avviso di accertamenti tecnici non ripetibili inviato alla difesa e al legale di parte offesa, anch'essi questa mattina presenti in Procura per nominare i loro consulenti. Il pm poi ha sottolineato, sempre nell'avviso, l'urgenza degli accertamenti "tenuto conto che il decorso del tempo potrebbe determinare un'alterazione dei reperti e delle tracce".
Ciò potrebbe arrecare "un irrimediabile pregiudizio" per l'indagine in corso e "per l'acquisizione di fonti di prova". Urgenza, inoltre, necessaria per consentire di avere "elementi tecnici indispensabili per la prosecuzione senza soluzione di continuità" dell'inchiesta poiché il reato commesso è "di rilevante gravità".
Questo invito all'urgenza pare essere stato raccolto perché, come ha spiegato l'avvocato Giovanni Lucido che insieme alla figlia Eleonora difende Alberto Stasi, i Ris hanno manifestato l'intenzione di iniziare lunedì prossimo e finire il grosso degli accertamenti entro 10-15 giorni.
E proprio tale assicurazione ha indotto la difesa di Alberto Stasi, che ha nominato come consulenti il professor Francesco Maria Avato e il dottor Matteo Fabbri, del dipartimento di medicina legale dell'Università di Ferrara, a ritirare una richiesta di incidente probatorio presentata in mattinata, con il parere favorevole anche di Alberto. Il giovane ha preferito non essere presente in Procura per evitare l'assalto di telecamere e taccuini.
"Alberto - ha precisato l'avvocato Lucido - non ha piacere di trovarsi in questa situazione di stallo, dalla quale può ricevere solo sofferenza. Già sta soffrendo per conto suo, sta attraversando un periodo che non auguro a nessuno". Il legale, che ha smentito che al suo assistito sia stata contestata l'aggravante dei motivi abbietti e futili, ha osservato che "rimandare ad altra data, perché si possa considerare appieno la posizione di Alberto, non giova a nessuno. Nemmeno agli inquirenti" che stanno cercando la verità, quella stessa che chiede il fidanzato di Chiara, come ha sottolineato l'avvocato Eleonora Lucido.
E che si arrivi presto alla verità lo chiede anche la famiglia Poggi in un breve comunicato affidato al suo legale, l'avvocato Gianluigi Tizzoni: "abbiamo deciso di seguire questa fase delle indagini - affermano i genitori e il fratello di Chiara -, che richiede particolari competenze tecnico e scientifiche e che pare fondamentale per il raggiungimento della verità, avvalendoci della consulenza del dottor Marzio Massimiliano Capra, biologo genetista forense dell'Istituto di medicina legale di Milano".
Il legale dei Poggi ha riproposto al pm la richiesta di autorizzare i familiari ad entrare nella loro casa, sotto sequestro dal 13 agosto, per prendere abiti, altri effetti personali e libri. E in questa giornata importante sotto l'aspetto procedurale, gli investigatori hanno continuato a sentire amici e conoscenti di Chiara e Alberto, in gran parte appena rientrati dalle ferie.
DIFESA, ALBERTO SENZA PACE RINVIERA' LAUREA
Racconta che Alberto sta soffrendo e che, da quel maledetto 13 agosto, non ha avuto piu' pace e sara' costretto a rimandare il giorno della laurea. Chi parla e' l'avvocato Giovanni Lucido, difensore di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara e l'unico indagato per il delitto della giovane che ha trovato morta quella tragica mattina. Il legale, al termine dell'incontro in Procura per il conferimento degli incarichi ai consulenti del pm e delle parti per gli accertamenti tecnici non ripetibili sulla miriade di reperti raccolti nel corso delle indagini, davanti alla Procura di Vigevano con a fianco la figlia Eleonora, codifensore di Alberto, si concede a microfoni e taccuini. Fa una sintesi di quel che e' accaduto nella stanza della palazzina di piazza Lavezzari davanti al pm e alla presenza degli investigatori e dei carabinieri dei Ris e manifesta una certa soddisfazione per i tempi rapidi assicurati per avere gli esiti degli esami necessari per proseguire le indagini.
Sottoposto a un vero e proprio bombardamento di domande ripete che ''non bisogna mettere il mostro in prima pagina'' e spiega che Alberto ha collaborazione con gli inquirenti ''perche' gli elementi glieli abbiamo dati noi'' e adesso ogni accertamento sara' ''utile per la conferma o la smentita della versione'' data. Racconta di Alberto e dice che ''sta soffrendo per conto suo perche' sta attraversando un periodo che non auguro a nessuno'', e aggiunge che il giovane sicuramente si laureera', ''ma non in questa sessione''. Ricorda che il suo assistito doveva presentare al relatore la tesi entro il 17 agosto ma ''il 13 e' avvenuto il fatto o misfatto, chiamatelo come volete''.
Da allora Alberto, interrogato per ore e ore, ''non ha avuto piu' pace. Su mio consiglio pero' ha consegnato quel che poteva. Anche per fornire quei mezzi per non essere fermato, arrestato...''. Rispondendo sempre alle domande dei cronisti, il legale osserva che ''ci poteva essere un inquinamento probatorio se non consegnava tutto quanto, tutto quello che poteva realmente costituire indizio o elemento di prova''. Smentisce che al suo assistito sarebbe stata contestata anche l'aggravante per i futili motivi: ''questa estensione non c'e'''. Il fatto che ci sia l'aggravante della crudelta' e' dovuto ''all'efferatezza dell'omicidio''. Ma ipotizzare anche i futili motivi ''non servirebbe a niente per il semplice fatto che il delitto e' molto grave''.
E poi i futili motivi non ci possono essere perche' non si conosce nemmeno la dinamica dell'omicidio. Il legale, inoltre, spiega che per ora non sono stati disposti gli accertamenti sul computer di Alberto, quello su cui, secondo la tesi difensiva, avrebbe lavorato per tutta la mattina proprio per scrivere la tesi. Comunque l'avv.Lucido garantisce che nell'imminenza il suo assistito non verra' ancora interrogato ma che ''se ci fossero altre novita' potrebbe essere sentito per ulteriori chiarimenti''.