Il rogo divampato nella discarica palermitana di Bellolampo continua a divampare, e adesso la situazione è diventata davvero molto pericolosa, anche perchè i vigili del fuoco hanno scoperto l'origine dolosa (sulla quale in realtà non vi erano molto dubbi) del rogo: le fiamme a Bellolampo sono divampate in tre punti diversi e lontani fra loro. Qualcuno, dunque, ha appiccato l'incendio nella discarica. Da qui la decisione della Procura di aprire un'inchiesta per incendio doloso.
Nel frattempo le squadre dei vigilie del fuoco sono a lavoro ininterrottamente per sedare le fiamme, che covano letteralmente sotto la montagne di spazzatura. L'incendio infatti potrebbe sprigionarsi nuovamente da un momento all'altro. In azione anche i canadair. E' ormai da una settimana che la situazione è sempre la stessa: sembra che i focolai siano spenti, e poi invece il fuoco si riaccende.
Sopra la montagna che sovrasta Bellolampo è ormai da giorni stabile una nube scura e maleodorante, che ha preoccupare i cittadini allarmati per i livelli di diossina sprigionati dal rogo. Ecco perchè a partire da oggi c'è a disposizione anche uno strumento che consente la misurazione costante dell'eventuale presenza di diossina. Gli esperti però hanno scongiurato il rischio d'inquinamento: "Si tratta soltanto di vapore acqueo, provocato dalle massicce operazioni di spegnimento" hanno detto, ma nonostante questo molti residenti che abitano da Cruillas a Borgo Nuovo e fino a Mondello preferiscono tenere le finestre chiuse per precauzione.
Ieri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha diffuso una nota per comunicare che il comune si sta impegnando al massimo per fare chiarezza sulle responsabilità e i ruoli legati alla vicenda della discarica di Bellolampo, di proprietà della Regione ed gestita dall’AMIA, quindi non direttamente dal Comune di Palermo, essendo commissariata ormai da molti mesi da parte del Ministero dell’Economia.
"Ciononostante l’attuale Amministrazione comunale - ha sottolineato Orlando - ha ritenuto ovvio e corretto di doversi interessare della vicenda, vista la gravità della situazione e viste le inevitabili conseguenze che questa ha e avrà sulla comunità cittadina."
Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, ha spiegato che adesso si attende che "la protezione civile e l’Arpa facciano tutte le analisi per verificare se e quante diossine si siano sprigionate; occorre, in ogni caso, evitare che la diossina entri nel ciclo alimentare. Bisogna, quindi, immediatamente verificare la contaminazione di tutte le produzioni alimentari del comprensorio, potenzialmente interessate, ed evitare che legalmente, e soprattutto illegalmente, i prodotti a rischio diossina arrivino sulle nostra tavole. Chiediamo, infine, che venga verificato se vi siano eventuali responsabilità in merito al ritardo dell’intervento di spegnimento che ha creato l’attuale situazione".
La Procura inoltre non solo vuole accertare la dolosità dell'incendio, ma anche la gestione della discarica. Ieri è saltato fuori che a Belolampo non esiste un impianto anticendio. Oggi emerge che la discarica non sarebbe stata neppure liberata dalle erbacce.
E intanto si cercano anche soluzioni alternative alla discarica di Bellolampo: l'Amia ha comunica ieri che "la protezione civile ha autorizzato l'apertura di una stazione di trasferenza all'interno della discarica comunale di Bellolampo a Palermo, in modo da consentire la ripresa della raccolta dei rifiuti nella città. Saranno inoltre disinfettati i punti di raccolta che presentano criticità. Nella discarica il personale Amia lavora a realizzare barriere tagliafuoco. Complessivamente, otto camion sono stati impegnati in una operazione di trasporto terra per circa 3.200 tonnellate. Operativi anche due escavatori, una pala gommata due mezzi Bomag da 30 e 60 metri cubi, 9 autocarri ribaltabili per riversare nelle vasche terra che soffochi i focolai".
Infine alla discarica, ieri pomeriggio, è arrivato anche il prefetto Umberto Postiglione, e un appello alle istituzioni arriva anche dall'associazione Italia Nostra, che si occupa della tutela del territorio. "Quella è una bomba troppo vicina alla città - dice Ernesta Morabito, responsabile Ambiente per Italia Nostra - e deve essere chiusa. Come è possibile che una discarica così grande viene attaccata così facilmente?"
Fonte: redazione palermomania.it
© Palermomania.it - Il portale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti