Aladino Valoti, classe 1966, torna a Palermo, questa volta nei panni di direttore sportivo. Lo ha voluto Zamparini, che per scuotere l’ambiente dopo un inizio di girone di ritorno traumatico, ha individuato in Fabio Lupo e nel suo operato in sede di calciomercato le cause della crisi rosanero. Una scelta che solo il tempo potrà dire se azzeccata o meno, con la consapevolezza che in termini di esperienza, l’ex centrocampista di Brescia, Vicenza e Verona (che nella sua carriera ha militato in almeno altre dieci squadre Palermo compreso), ne ha una montagna accumulata da calciatore nei rettangoli verdi di serie A, B e C (all’età di 39 anni il suo ultimo campionato disputato con la Nuova Albano in serie D) ma anche tanta come dirigente .
Nativo di Alzano Lombardo, comune di 14.000 abitanti in provincia di Bergamo, Valoti ha infatti iniziato la carriera di ds subito dopo avere appeso gli scarpini al chiodo, presso la società dell’Albinoleffe, rimanendo così vicino al suo luogo natale. Dal 2004 al 2016 per lui tanta gavetta e diverse soddisfazioni; furono gli anni del debutto nella serie cadetta dei seriani, dei combattutissimi derby contro l’Atalanta, dei giocatori lanciati nel grande calcio come Biava, Possanzini, Carobbio e Raimondi. Con l’apprezzato lavoro di Valoti, non solo dietro la scrivania ma anche nelle vesti di talent scout, la celeste viene ricordata in particolare grazie alle quattro salvezze di fila ottenute in B sotto la guida di Emiliano Mondonico.
Bei tempi, destinati a finire dopo ben dodici anni il 6 luglio del 2016, con l’approdo, la stagione successiva, nel Cosenza, società presso la quale aveva indossato la maglia da calciatore nella stagione 99/2001. L’avventura in terra silana dura solamente 5 mesi, interrotta per motivi personali. Il 28 giugno 2017 firma un contratto con il Sudtirol, prima di approdare, nella giornata di oggi nel Palermo di Zamparini, la cui casacca Valoti indossò proprio nell’ultima stagione disputata dai rosanero (quella che, dopo il ritorno in B sotto la proprietà di Franco Sensi, già Presidente della Roma, vide la squadra allenata da Bortolo Mutti terminare il campionato con un onorevole decimo posto) prima dell’inizio della lunga era segnata dall’ex patron del Venezia.
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