LEGGE DI STABILITÀ IN SENATO, DA DOMANI IL VOTO

Il calendario sulla legge di Stabilità è fissato: oggi la discussione in Commissione Bilancio al Senato, da domani partirà il voto. Anche se c’è convergenza su alcuni punti da parte del Pd e del Pdl, i contrasti rimangono nettamente maggiori. Mentre le attenzioni del Pdl sono sulla casa e propone di introdurre un Tributo che ingloba Imu, l’Irpef sulla casa e le addizionali e che si dovrebbe chiamare Tuc, il Pd sembra più orientato ad alleggerire le tasse sul lavoro. Un altro scoglio da superare sarà anche la rottamazione delle cartelle esattoriale, una sanatoria, che il relatore del Pdl, Antonio D’Ali ha proposto e che darebbe 800 milioni da utilizzare per eliminare il blocco della deindicizzazione delle pensioni medie. Ma il ministro Lupi ha ribadito in merito: “Non ci sono le condizioni”.

Oltre 3.000 gli emendamenti presentati che però non spaventano né Saccomanni né il suo vice Fassina poiché moltissimi risulteranno inammissibili. Ciò che preoccupa l’esecutivo è il contenuto delle proposte a cominciare da quella inaspettatamente bipartisan di alzare la “no tax area” fino a 12.000 euro, proposta tanto da Pd che dal Pdl e subito bocciata da Fassina perché troppo costosa.

Un altro nodo da sciogliere riguarda gli sconti fiscali sul costo del lavoro. Il Pd punta a concentrare le risorse del cuneo sui redditi medi e bassi, in modo da aumentare le detrazioni pro-capite, che supererebbero i 200 euro per i redditi tra i 15.000 e i 20.000 euro. Il Pdl vuole premiare anche le fasce più alte ma l’emendamento prende i 2 miliardi necessari tagliando le detrazioni, cosa che non piace al Pd perché punisce i nuclei familiari.

Per far cassa invece il relatore del Pdl, Antonio D’Alì lancia l’idea di cedere ai balneatori le parti retrostanti alle spiagge dove sorgono gli stabilimenti, cosa che ha suscitato lo scandalo nel Pd. E sul quale il vice-ministro Fassina alza le barricate: “Non è nell’interesse del Paese e non è in linea con il governo”. 

 

 

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