Una decina di anni or sono ho cominciato ad avere disturbi della vista. La diagnosi dell’oculista è stata rassicurante da un lato, devastante dall’altro: presbiopia. Rassicurante perché fenomeno fisiologico, devastante perché ho preso atto di essermi incamminato sulla strada della vecchiaia. La presbiopia, infatti, è parola che deriva dal greco presbys (vecchio). Disturbo legato all’età, causato dalla diminuita elasticità del cristallino, impedisce di mettere a fuoco gli oggetti vicini. Dunque, è forse per problemi di vista che non riesco a vedere luce in fondo al tunnel, anche se lontana. Tutto ciò per dire che la colpa è mia, non di Monti che, invece, la vede o dice di vederla. Vediamo (giacché siamo in tema di vista) di chiarirci le idee. Pare che il PIL sia sette volte peggiore di un anno fa, rispetto alla media europea. Il rapporto tra lo stesso PIL e il debito si è aggravato di quattro punti percentuali e di due punti rispetto agli altri Paesi. Inflazione: cresciuta di un punto e mezzo e triplicata sempre in raffronto con l’eurozona. Disoccupazione: cresciuta di 2,7 punti. I dati Istat di luglio la collocano al 10,7%, quella giovanile al 35,3%. Produzione industriale: meno 3,7 punti in nove mesi. Le misure atte a fare cassa non hanno raggiunto i risultati sperati. Le imprese chiudono, i gravi problemi seppelliti per decenni esplodono (Taranto e miniere sarde), gli altri sembrano a posto solo perché restano, per il momento, seppelliti. Corruzione e criminalità: non ne parliamo nemmeno. Le riforme annunciate devono fare i conti con i decreti attuativi e non si ha la più pallida idea di quando entreranno in effettivo vigore. Monti credeva in una ricetta miracolosa: razziare denaro per contrastare il debito pubblico. Così, non è stato, così non è. Lei, Signor Presidente, dovrebbe saperlo, è un grande economista. Capisco che non si possa permettere il lusso di essere pessimista, ma l’esempio della luce e del tunnel appare, alla luce (quanta luce!) dei dati ufficiali, del tutto inappropriato. Per mia somma fortuna non sono un economista, i dati ufficiali non li ricavo né l’Istat né dai giornali specializzati. Me li forniscono coloro che tentano di sopravvivere, le discussioni che sento per strada, le confessioni di amici. Ho notato un elemento che li accomuna: si aspetta disperatamente il momento della misera pensione con ansia, con senso di liberazione da un sistema che stritola e pretende senza dare. Ho chiesto a un caro amico il perché dell’abbandono di uno splendido agrumeto, un tempo vanto della sua famiglia. Perché non me la sento più di vendere le arance a 20 centesimo/chilo. Questa la raggelante e veritiera risposta. Ma non si tratta solo di arance, è tutto il settore a lottare disperatamente per non fallire. Un grazie sincero agli strateghi delle politiche (?) agricole. Non parliamo, poi, di artigianato e piccole imprese, tartassate da balzelli legali e illegali. In poche parole, regnano sfiducia, rassegnazione, avvilimento. E chi può, chiude i battenti, spesso di attività fondate nella notte dei tempi, orgoglio delle nostre città. Però continuano gli sprechi e le ostentazioni di potere da parte dei politici. Ciò provoca rabbia e odio, del tutto condivisibili. Ma quello che manca, Signor Presidente, è lo spirito degli anni ’60, proprio quello che permise il miracolo economico. Si dirà: altri tempi. E che significa? Non è una degna risposta. I tempi sono quelli determinati da una saggia e onesta politica, che manca da quel glorioso periodo. Che incentivava anche le più modeste attività, mentre oggi si considera un successo nella lotta all’evasione fiscale appioppare a un povero vecchio 300 euro di multa perché vendeva cestini di vimini (sequestrati e dalla destinazione non meglio specificata) fatti con le proprie mani all’angolo di una strada. Non mi sono informato, ma non mi sarei meravigliato se fosse stata organizzata una conferenza stampa per illustrare i dettagli della brillante operazione. Ecco gli splendidi tempi di oggi! Sono convinto che si viva su un castello di carta o di sabbia, non ha importanza. Basta un piccolo sommovimento e tutto potrebbe crollare. I mercati sono suggestionabili come non mai, basta addirittura una dichiarazione per fare innalzare lo spread, figurarsi, per esempio, se la Grecia fallisse. Una reazione a catena che travolgerebbe tutto e tutti. Altro che luce in fondo al tunnel! Tuttavia, lo riconosco, sono i miei disturbi di vista a non farmela scorgere. Ha ragione lei, Presidente Monti.
Fonte: redazione palermomania.it
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