La storia del bandito Giuliano sembra finalmente potersi concludere senza misteri e senza interrogativi. Il Gip di Palermo Giuliano Castiglia infatti ha archiviato l'indagine sul presunto omicidio di un sosia del bandito Salvatore Giuliano: secondo l'ipotesi originariamente formulata dal pool coordinato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia, il cadavere sarebbe stato sostituito da quello di una persona che gli somigliava molto.
Un'ipotesi suggestiva, proposta da due storici siciliani, Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino, che aveva addirittura portato alla riesumazione del cadavere del bandito. Le analisi del Dna e le comparazioni fra il codice genetico estratto dai resti prelevati dalla tomba di Giuliano e quello del nipote Giuseppe Sciortino, hanno però confermato che il cadavere sepolto 62 anni fa era veramente quello di Salvatore Giuliano. La decisione del Gip Giuliano Castiglia, arriva a seguito della richiesta dei pm Paolo Guido, Lia Sava e Francesco Del Bene, di chiudere l'indagine.
Non è possibile parlare di Montelepre senza associarlo al nome di Salvatore Giuliano, celebre bandito e figura molto controversa della storia della Sicilia. Salvatore era un ragazzo di umili origini, che nonostante la giovane età riuscì per oltre 7 anni a tenere sotto scacco lo Stato italiano. La sua latitanza iniziò nel 1943 quando, fermato ad un posto di blocco mentre trasporta due sacchi di frumento caricati su un cavallo, i militari gli sparano sei colpi di moschetto. Due proiettili lo colpiscono al fianco destro. Salvatore Giuliano reagì uccidendo il giovane carabiniere con un colpo di pistola, e poi si diede alla macchia. Presto costituì una banda intorno alle montagne di Montelepre.
In tanti hanno scritto delle vicende del banditismo e di Salvatore Giuliano che ne fu il protagonista. Su di lui tutt’ora esistono varie leggende e c’è persino chi sostiene di averlo avvistato di recente proprio nel paese di Montelepre. Adesso, finalmente, la storia può avere un epilogo.
Fonte: redazione palermomania.it
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